Dott.ssa Gitana Giorgi
Psicologo, Psicoterapeuta, Specialista in psicologia clinica
Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare!!!
(Seneca)
DOVE STIAMO ANDANDO?
ALCUNE VOLTE CAPITA DI SENTIRE CHE LA VITA CHE STIAMO VIVENDO NON CI SODDISFA PIENAMENTE E CAPIRE QUALE DIREZIONE PRENDERE DIVENTA UNA SCELTA ARDUA E COMPLICATA.
Alcune volte veniamo presi da dubbi e incertezze e non sappiamo come comportarci, a lavoro, in famiglia, con il partner...
Può capitare di sentirsi tristi, ansiosi, frustrati, bloccati...
FORSE E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI FERMARSI E RIFLETTERE!!!
QUESTO SITO VUOLE ESSERE UNO "SPAZIO" DI INFORMAZIONE, per RIFLETTERE, CAPIRE, ASCOLTARE....
COMUNICAZIONE GENITORI E FIGLI: ASCOLTARE EMPATICAMENTE
I grandi non capiscono mai niente da soli e
i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta."
(Tratto Dal Piccolo Principe di Saint Exupéry).
Spesso “i grandi” interpretano il mondo con i propri occhi, ma per capire cose ci vogliono realmente comunicare i “piccoli” dobbiamo ascoltare le loro parole ed entrare nel loro mondo!!!
Se non riusciamo a capire allora la comunicazione si fa sempre più difficile e i figli non sentendosi compresi forniscono risposte incomprensibili come i silenzi, le giustificazioni, le reazioni di rabbia.
Comunicare in modo efficace, permette una maggior condivisione e conoscenza dei punti di vista dei figli, di ciò che sanno, pensano e provano; di capire quali sono le reali richieste e i bisogni dei figli.
“I bambini vogliono essere ascoltati con occhi gentili, con occhi spalancati!!” (Beatrice Alemagna).
Osservare con curiosità rispettosa i bambini, mostrare interesse per i contenuti che ci portano, provare ad entrare in contatto con le loro emozioni.
I bambini hanno bisogno di parlare ma per farlo devono trovare chi li ascolta senza giudicare, hanno bisogno di un contenitore che sappia accettare la loro emozioni e che li aiuti ad esprimersi. La comunicazione con i bambini dovrebbe essere tale da fornirgli un vocabolario adatto a parlare delle loro emozioni.
Alcuni atteggiamenti che aiutano il bambino ad aprirsi e comunicare:
-
Non negare o deridere i sentimenti
-
Dare fiducia senza imporre nostre definizioni o etichette (“sei cattivo”)
-
Non svalutare o banalizzare i discorsi dei piccoli
-
Prestare loro attenzione con interesse
-
Mostrarsi affettuosi e gentili
-
Fornire esperienze appropriate al livello di sviluppo
-
Ascoltare con empatia
-
Fornire del tempo di condivisione
-
Mantenere le promesse
-
Ricordarsi sempre che l’apprezzamento è un grande nutrimento! Quindi adottare una comunicazione positiva ed emotiva (sono contento di stare con te, mi piaci, bravo! etc.)
Dunque per comunicare bene bisogna saper ascoltare, cioè ascoltare in modo empatico, non giudicante, in un clima di accettazione e apertura.
I genitori possono attingere dalle proprie esperienze, ripescare nella proprio memoria il bambino che sono stati, cosa amavano fare, dove giocavano, con chi piaceva stare, da quali figure importanti sentono di aver imparato di più, etc. Nella nostra storia c’è il nostro modo di stare con l’altro e anche la nostra preparazione!!!!
Le proprie esperienze alcune volte possono non bastare, in quanto i genitori devono svolgere compiti educativi sempre più complessi e frequentemente si sentono smarriti e senza strumenti. Per questo diventa importante non chiudersi in sè stessi ma usufruire dei momenti di informazione, riflessione, confronto che spesso la scuola e i servizi offrono.
Dott.ssa Gitana Giorgi
PIANETA ADOLESCENZA
voglio una stella che sia tutta mia
extraterrestre vienimi a pigliare
voglio un pianeta su cui ricominciare!"
Extraterrestre di Eugenio Finardi
Adolescenza deriva dal latino e significa "crescere, rafforzarsi"; delineando un percorso di vita, un'avventura difficile e magnifica allo stesso tempo, in cui si cresce e ci si rafforza per diventare adulti, dove si raggiunge un modo più maturo di essere e la costruzione di una propria identità.
Tale periodo è caratterizzato da un'enorme instabilità emotiva e comportamentale, di sperimentazione e di grande fragilità.
In questo periodo infatti si abbandonano le sicurezze costruite nell'infanzia per cercarne di nuove che non siano più lo specchio dell'immagine dei genitori, ma il frutto di una propria esperienza personale.
Per questo motivo i ragazzi sentono di doversi allontanare dai genitori, per trovare una propria strada e fare le proprie esperienze; è proprio nel contrasto e nella differenza dai loro modelli che imparano chi sono e scoprono sè stessi, per poi riappropriarsi dei valori e dei modelli familiari.
Durante questo periodo i figli devono affrontare numerosi cambiamenti e acquisire capacità per far fronte alle nuove situazioni, come:
- stabilire nuovi legami più maturi con i coetanei
- acquisire comportamenti adeguati al ruolo sessuale
- accettare il proprio corpo che cambia e diventa "adulto"
- raggiungere indipendenza emotiva dai propri genitori
- costruire una propria identità
- essere capace di ragionare per ipotesi e impostare le prorie prospettive future
- confrontarsi con le prime relazioni sentimentali e acquisire la capacità matura di amare
Anche i genitori dunque devono svolgere alcuni compiti evolutivi per favorire il processo di crescita, di separazione e individuazione dei figli. Infatti i genitori si trovano ad elaborare il distacco dei figli che procedono verso nuovi investimenti affettivi, ad imparare a contenere le preoccupazioni attivate dalle contestazioni dei figli, a riorganizzare nuove dinamiche familiari e a reinvestire sulla coppia.
Per i genitori non è facile affidarsi all'istinto per trovare la giusta misura fra la preoccupazione di proteggere i figli e il dover consentire loro di fare esperienze per crescere. Diviene importante attivare un comportamento chiaro ed accogliente, per non imporsi sempre e obbligare i figli alle proprie decisioni, nè tuttavia dare sempre loro ragione e acconsentire ad ogni loro richiesta. Occorre imparare a cedere poco alla volta permettendo ai figli di prendersi responsabilità e fare via via le esperienze opportune.
Un rapporto che possa favorire la crescita dei figli deve comunicare che sono accetati per quello che sono. Infondo i ragazzi chiedono solo di essere accompagnati, non giudicati e ascoltati. Ascoltarli significa dare loro la possibilità di esprimersi e di farsi riconoscere non più come bambini, rispettati come persone distinte da noi, con i loro pensieri e una loro personalità.
Dott.ssa Gitana Giorgi
Cronaca di una morte annunciata:
come prevenire il fenomeno del suicidio giovanile!!!
Il 10 settembre è stata la giornata mondiale per la prevenzione del suicidio e i dati pubblicati dall'OMS sono allarmanti, in Italia nel 2012 sono stati registrati 4000 suicidi; ma il dato più sconcertante è che in alcuni paesi il suicidio è la seconda causa di morte tra adolescenti e giovani adulti di età compresa tra 15 e 29 anni.
Tra i fattori di rischio di atti suicidari tra i giovani vi è “l’emulazione al suicido”; per cui la descrizione dettagliata dei particolari di casi di suicidi e il tipo di comunicazione usata potrebbero scatenare casi di emulazione negli adolescenti (dalla rivista the Lancet Psychiatry).
Anche internet gioca un ruolo importante in questo fenomeno: i giovani hanno sempre più a disposizione un facile accesso ad internet senza monitoraggio da parte degli adulti; navigando sul web si possono trovare informazioni sul suicidio inappropriate.
Inoltre è importante sapere che i siti internet e i social network (Facebook, twitter, instagram, …) sono stati spesso usati tra i giovani per l'incitamento e l'agevolazione di comportamenti autolesionistici e di atti suicidari.
Infatti su internet sono facilmente reperibili articoli in cui si spiega come diventare anoressici, video in cui si illustra come praticare il cutting, (tagliarsi con una lametta su braccia e polsi); si incita a partecipare a gare alcoliche (dove vince chi beve fino al coma etilico!!!).
Ancora più raccapricciante è il fatto che si possono mandare in onda atti di suicidio, inni alla morte come liberazione del dolore e spiegazioni dettagliata di come pianificare il proprio suicidio.
Atti di prevenzione sono comunque possibili, i genitori possono educare all'uso consapevole dei social e della rete, monitorare l'uso che i propri figli fanno di internet, visionare il profilo facebook e i siti visitati.
Spesso chi commette un suicidio manda dei segnali più o meno evidenti; almeno i 2/3 degli individui che compiono il gesto estremo avevano espresso la loro intenzione di metterlo in atto.
I giovani adolescenti utilizzano spesso il web per annunciare il loro malessere e la volontà di togliersi la vita.
Per i familiari è importante riconoscere in tempo questi messaggi che sono una richiesta di aiuto, per prevenire ed evitare il peggio!!! Poiché i giovani usano spesso un linguaggio abbreviato, americano e fatto di simboli potrebbe essere difficile capirne il significato e non riconoscere l'importanza da dare a quelle parole/sigle apparentemente senza senso.
Si elencano i termini principali usati dai giovani:
- #cutting (dove quel “cut”= tagliare; è riferito al farsi i tagli ai polsi);
- #proana (che incita a pratiche anoressiche) ,
- #sue(forma abbreviata che indica il “suicidio”)
- #secretsociety123 (che indirizza a comunità che incentivano l’autolesionismo).
Qualora un genitore scoprisse un qualsiasi indice di malessere e di possibile rischio di suicidio è importante intervenire tempestivamente, parlandone subito con il figlio e cercando l'aiuto in un professionista.
Per qualsiasi dubbio o informazione contattare
la Dott.ssa Gitana Giorgi
Psicologo-Psicoterapeuta
cell. 328.7229073